mercoledì 3 agosto 2011

LA FAMIGLIA WINSHAW, Jonathan Coe


Micheal Owen è un giovane scrittore perseguitato dai fantasmi dell'infanzia e terribilmente spaesato nella frenesia del mondo moderno. Un giorno, dopo alcuni modesti successi letterari, riceve una proposta di lavoro indeclinabile: una strana signora rinchiusa in manicomio da tutta una vita gli offre un lauto stipendio mensile purché egli scriva la biografia della sua famiglia, una delle più ricche e potenti dell’Inghilterra degli anni 80: gli Winshaw. Micheal deve confrontarsi con la rapacità, l’avidità e la follia che sembrano essere impresse nel DNA di questa famiglia da due intere generazioni: se i padri complottarono col nemico nazista, tradendo insieme patria e famiglia, i figli non hanno tardato a vendersi al miglior offerente, schiavi del denaro e della celebrità. Gli odierni Winshaw rappresentano il lato più oscuro dell’Inghilterra di Margaret Thatcher, incarnando il trionfo dei valori sbagliati: opportunismo, cinismo, egoismo, disinteresse verso il prossimo, avidità. Un ritratto a tinte nitide non ci sono sfumature sulla corruzione e sulla crudeltà di un potere che “logora chi non ce l’ha”. Traffici d’armi, privatizzazioni selvagge e frodi fiscali fanno da sfondo alle indagini di Micheal e si confondono sempre più con la sua vita privata. L’amore, la famiglia, le amicizie, gli incontri di Micheal, tutto è in qualche modo collegato a questa terribile famiglia, ma allora cosa c’entra l’ingenuo scrittore in tutto questo? È davvero soltanto il semplice biografo di famiglia? Grazie a quest’indagine il protagonista potrà scoprire le sue origini, ritrovando tutti i pezzi mancanti che il puzzle incompleto della sua infanzia gli aveva lasciato, e finirà per scoprire tragicamente che il confine tra sogno e realtà non è netto e definito, ma che i due mondi finiscono per convergere. Come lui il lettore si perde tra arte, sogno e realtà, in un vortice di situazioni e personaggi i cui destini si incrociano tra loro, in una sublime struttura narrativa non lineare che Jonathan Coe costruisce con la sua abile maestria di scrittore post-moderno.
Ironia e humor nero si mescolano alla drammaticità delle vicende private di Micheal e al triste ritratto di una società crudele. Le guerre e un minuzioso studio della società inglese fanno da sfondo al romanzo, che è saga famigliare e racconto d’investigazione insieme, e il cui finale, inaspettatamente, cambia registro per regalarci momenti di suspence da romanzo giallo che si scioglieranno in un rito del sangue folle, purificatore e catartico.

1 commenti:

Giorgia ha detto...

da come ne scrivi fai venir voglia di leggerlo

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