sabato 18 giugno 2011

LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE, Mark Haddon

Wellington, il cane della signora Shears, è stato ucciso con un forcone a mezzanotte e sette minuti. Christopher, un ragazzino di quindici anni,  si trova sul luogo del delitto e viene accusato di essere il colpevole. Inizia un gran trambusto e qualcuno chiama la polizia. Christopher, preso per un braccio, colpisce un poliziotto e viene portato in questura dove riceve una diffida, ma viene rilasciato grazie all’intercessione del padre. Una volta uscito Christopher promette a se stesso di trovare l’assassino di Wellington. Inizia così l’indagine; e inizia così questo libro, che è il diario di Christopher, il libro delle sue investigazioni e riflessioni. Nel corso delle indagini Christopher scoprirà chi ha ucciso Wellington, ma allo stesso tempo farà delle scoperte sconvolgenti e destabilizzanti sulla sua famiglia. Quello che sembrava un romanzo giallo si trasforma così in un romanzo di formazione. Infatti, in conseguenza a tutte queste scoperte, Christopher si metterà in viaggio per l’esperienza più incredibile e formativa che abbia mai fatto: un viaggio da solo da Swindon a Londra. Christopher non è un ragazzo come tutti gli altri e, per lui, un piccolo viaggio nella grande metropoli rappresenta davvero un’incredibile odissea. Vediamo perché. Christopher John Francis Boone ha 15 anni, 3 mesi e 3 giorni e conosce a memoria i nomi di tutte le nazioni del mondo e delle loro capitali nonché ogni numero primo fino a 7507. A poco a poco scopriamo altre cose di lui: ama il rosso e odia il giallo e il marrone, non mangia se nel suo piatto i cibi sono entrati in contatto tra loro, odia i romanzi e non capisce le metafore, ama l’Apollo, la scienza, le cartine stradali e la matematica, non capisce le espressioni facciali e detesta essere toccato. Tutte queste sue particolarità sono in realtà le conseguenze della sindrome di Asperger, una forma di autismo da cui il ragazzo è affetto. Christopher ha un’intelligenza superiore alla media, è un genio in matematica e ha una memoria di ferro, ma non sa rapportarsi con il mondo circostante: ha paura degli estranei, diventa violento se qualcuno lo tocca, odia la folla e spesso non capisce le persone. Infatti le persone non sono logiche, le persone sono imprevedibili, usano il linguaggio del corpo e parlano per modi di dire. Per questo un piccolo viaggio sarà per Christopher un’avventura unica, la più grande esperienza di vita mai fatta, in cui dovrà imparare a controllare repulsioni, angosce e fobie.
Mark Haddon riesce genialmente a riportare sulla pagina i processi mentali di un ragazzo autistico e a farci entrare in prima persona nella sua struttura mentale. Questo avviene, da un lato, attraverso la rappresentazione grafica degli schemi e delle immagini che il cervello di Christopher memorizza ed utilizza e, dall’altro, attraverso l’esplicitazione dei procedimenti logici-deduttivi con cui procede il suo ragionamento e da cui derivano le sue scelte ed azioni. Leggendo questo romanzo il lettore entra nella realtà mentale parallela di Christopher, fa un’esperienza empatica di identificazione mentale in un individuo autistico. L’effetto è sicuramente molto verosimile. Se in alcuni momenti l’identificazione è molto divertente, in altri momenti il lettore proverà straniamento e difficoltà ad accettare questa visione del mondo. Sicuramente, in ogni caso, si tratta di un’esperienza altamente stimolante perché, guardando il mondo attraverso gli occhi di Christopher, potremmo forse accorgerci di tutte quelle cose che diamo per scontate nel processo di relazione e che invece non lo sono affatto. Infine, un romanzo commovente. La rigida logica di Christopher sembrerebbe bloccare l’emotività del romanzo ma, in realtà, la sensibilità del lettore non può far altro che oltrepassare quel muro di anaffettività per arrivare a sentire profondamente il valore di quella capacità di comprensione globale ed emotiva delle cose che, nonostante in individui come Christopher manchi, contraddistingue l’umanità.

1 commenti:

Giorgia ha detto...

Bello bello. penso che sarà il prossimo libro che leggerò

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