venerdì 2 settembre 2011

AVVENTURE DELLA RAGAZZA CATTIVA, Mario Vargas Llosa


Le labbra carnose, gli occhi maliziosi scuri come il miele, il corpo sottile e sinuoso con forme morbide ed eleganti… Questa è la niña mala, “ragazza cattiva” che incanta e seduce Ricardo per una vita intera. Le maniere civettuole, l’ironia di chi sa e vuole piacere, unite all’ambizione e al desiderio di ricchezza fanno di questa donna una bomba ad orologeria: egoista e materialista, è concentrata solo su se stessa e sul proprio successo, comportamento tipico di chi nell’infanzia ha conosciuto la precarietà dell’esistenza che la miseria comporta. Per raggiungere la sicurezza economica la niña mala sarà pronta a tutto e vivrà una vita di avventure impensabili: Lima, Cuba, Parigi, Londra, Tokyo e di nuovo Parigi, il mondo stesso sembra starle piccolo. Impara le lingue, cambia personalità, si adatta ad ogni situazione grazie alla sua capacità di trasformista e, da buona arrampicatrice sociale, si sposa diverse volte. In mezzo a questa vita turbolenta e avventurosa la niña mala porta avanti il difficile rapporto con un niño bueno, Ricardo, che ne è irrimediabilmente innamorato, nonostante lei lo faccia terribilmente soffrire. Ricardo lavora come traduttore ed interprete all’Unesco di Parigi e il suo lavoro gli offre la possibilità di viaggiare, così, ogni volta che le coincidenze della vita gli permetteranno di sapere dove si trova la niña mala, lui partirà a cercarla, ardente d’amore e di desiderio. Solamente quando, esasperato dalla sua crudeltà, Ricardo avrà realmente deciso di dimenticarla, la ragazza tornerà a bussare alla sua porta, fisicamente e psicologicamente devastata dalle sue ultime esperienze di vita. Una storia d’amore intensa e dolorosa, una storia di sesso, passione, ossessione e follia, una storia molto sudamericana dove l’amore nasce e si consuma in momenti di caldo erotismo e in frasi da telenovela (le famose huachaferìas che piacciono tanto alla niña mala). A fare da sfondo, il ritratto di quel periodo pieno di speranze, sogni e delusioni che è stato quello dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. Parigi, i suoi bistrot e la sua vita culturale; Londra, i Beatles, i figli dei fiori, l’AIDS; e poi l’allucinata e ricca Tokyo, con le sue perversioni. Infine il sempre presente Sudamerica, la povertà e l’indigenza e, nello specifico, il Perù, con le sue vicende politiche eternamente segnate dai colpi di stato.
Ricardo, l’io narrante di questa storia, passati i cinquant’anni accompagnerà la niña mala nell’avventura più grande che abbia mai affrontato, quella verso la morte e, dopo che la donna della sua vita sarà scomparsa, troverà la forza per sublimare quel passato di gioie e umiliazioni in un libro. La scrittura nasce dall’assenza e nell’assenza trova la sua ragion d’essere così, dove finisce la vita, inizia l’arte.

1 commenti:

Mario ha detto...

Fai venire voglia di leggere i libri che recensisci. O sai trasformare l'acqua in vino oppure sei molto fortunata e incontri libri bellissimi... cercheremo di capire.
E poi... quanta forza espressiva nel finale!
Vorrei aggiungere che quando finisce l'arte re-inizia una vita migliore... e così via.
Complimenti

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